L’uso della tecnologia avanzata rappresenta senza dubbio uno
strumento fondamentale ai fini del restauro di manufatti lignei ed opere d’arte,
ma anche nel caso di un trattamento antitarlo e di
opere d’arte. E proprio per quest’ultime arriva da Torino una scoperta scientifica
davvero rivoluzionaria: nel corso del G7 a Venaria dei giorni scorsi, infatti,
è stata presentata la TAC per le opere d’arte, un vero e proprio toccasana per
l’immenso patrimonio artistico italiano.
L’intensa ricerca condotta negli ultimi anni dal Dipartimento
di Fisica dell’Università di Torino, insieme all’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (INFN) e la Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, ha portato alla
progettazione e realizzazione di un nuovo apparato per radiografie digitali e
termografie computerizzate finalizzato alla diagnostica delle opere d’arte.
Si tratta di una strumentazione all’avanguardia che
consentirà di ottenere informazioni dettagliate circa il loro stato di salute e,
soprattutto, indicazioni ben precise sulle tipologie di intervento da
effettuare. Un’idea, quella della TAC del futuro, partita dall’Ateneo torinese
ma estesa anche a tutte le comunità scientifiche internazionali in un contesto
di Scienza Aperta.
Il Dipartimento di Fisica dell’Università del capoluogo
piemontese, infatti, partendo dalla macchina già esistente, ha già avviato una
serie di progetti scientifici e collaborazioni con enti pubblici e aziende
private, allo scopo di realizzare un nuovo macchinario specializzato in
radiografie digitali e tomografie computerizzate per i beni culturali in grado
di esaminare oggetti e manufatti di grande dimensioni. Per questo motivo gli
stessi ricercatori metteranno a disposizione dell’intera comunità scientifica
le loro conoscenze, nonché tutta la documentazione del progetto consistente in
calcoli, disegni, piani e test.
Altro aspetto fondamentale di questa ricerca è la mobilità,
in quanto l’apparato è stato progettato per essere facilmente trasportato sul
luogo dove è conservato il bene artistico, soprattutto nei luoghi colpiti da
catastrofi naturali e da conflitti bellici, evitando ulteriori danni causati
dagli spostamenti.
Insomma, è appropriato definire la TAC del futuro per i beni
culturali un grande passo in avanti dal punto di vista della diagnostica in
questo campo, e nulla esclude la possibilità che possa essere estesa anche al restauro mobili antichi, un’attività
che richiede un’accurata mappatura del degrado del legno prima di individuare
gli interventi necessari.