Prendersi cura del legno della propria abitazione attraverso
un adeguato processo di disinfestazione tarli è indubbiamente un’operazione necessaria a preservarne esteticità
e resistenza strutturale, ma forse pochi sanno della sua utilità per la nostra
salute. Più volte abbiamo sottolineato che i pericoli maggiori per il legno dell’ambiente
in cui viviamo non sono rappresentati dai soli parassiti intesi come tarli: già
in precedenza, infatti, abbiamo accennato ai cosidetti “funghi del legno” come
tra i maggiori responsabili del suo degrado.
Capita spesso di non considerare, purtroppo, che la presenza
di particolari microorganismi dannosi per il legno potrebbero avere anche
conseguenze pesanti per la nostra salute. E proprio in riferimento ai funghi
del legno che ci soffermiamo in questo articolo sul cosidetto “ Stachybotrys Chartarum”, più
comunemente conosciuto come “Muffa nera”.
Questo tipo di muffa predilige albergare nelle zone con forte
umidità e infiltrazioni d’acqua, e soprattutto in corrispondenza di materiali
ricchi di cellulosa come ad esempio le travi di un soffitto. Appartenente alla
famiglia Dematiaceae, questo fungo si
contraddistingue per le spore in grado di formare macchie scure di un colore
nero intenso. La sua azione fungina non solo è in grado di danneggiare il legno
ma anche di nuocere alla salute stessa dell’uomo, perché la micotossina da essa
prodotta – Satratossina H – se inalata può causare diversi problemi come ad
esempio asma, mal di testa, emorragia polmonare ecc. La presenza costante delle
sue spore nell’ambiente, inoltre, può provocare addirittura danni letali a
uomini e animali, in virtù della loro capacità di sopravvivere per lunghi anni.
Seppur con processi differenti, muffe e tarli sono in grado
di procurare entrambi danni per il legno così come per la salute. Michelangelo Randolfi
e la sua squadra di esperti nel trattamento antitarlo sanno come intervenire in maniera efficace ed assolutamente
ecologica per sconfiggere qualsiasi insidia che minaccia l’integrità e la
bellezza del legno.