L’incendio della cattedrale di Notre-Dame scoppiato lo scorso
15 aprile, oltre ad essere un enorme danno a un patrimonio artistico
universale, rappresenta simbolicamente un duro colpo per tutta la cristianità
del mondo. Ricostruire e ridare lustro a questo monumento storico è certamente
il primo passo, ma altrettanto fondamentale sarà individuare con esattezza
cause ed eventuali responsabilità. Il cedimento totale della copertura in
legno, ad esempio, potrebbe far pensare a un’azione dolosa o al mancato
funzionamento dei sistemi antincendio, o ancora a un trattamento di disinfestazione tarli inadeguato
o addirittura assente.
Gli elementi certi al momento sono che la cattedrale era in
restaurazione e che a salvarsi sono state la struttura muraria verticale, parte
delle volte in pietra, i tre rosoni e le vetrate (le cui condizioni sono tutte
da accertare). Ma tutto ciò che concerne la parte in legno è andata interamente
distrutta, a cominciare dal pinnacolo, ricostruito nel XIX secolo da Eugene
Viollette Le-Duc, e soprattutto le capriate risalenti a quando la cattedrale è
stata costruita, ossia 800 anni fa.
Fatta la conta dei danni è il momento di indagare. Se da un
lato c’è da accertare la responsabilità umana dell’incendio, ovvero se e perché
non hanno funzionato i segnalatori di fumo (semmai fossero presenti), se a
generarlo sia stato un mozzicone di sigaretta lasciato incautamente da un
operaio sul cantiere ecc, dall’altro una cosa appare certa: il legno
danneggiato dai tarli è terreno fertile per il fuoco.
A sottolinearlo è
Sergio Fusetti - capo restauratore della Basilica di San Francesco ad Assisi –monumento
che appartiene all’intera umanità e che ha subito il dramma del terremoto nel
1997. Partendo dal presupposto che in un cantiere di restauro i rischi incendio
ci sono sempre, Fusetti, oltre a ribadire l’importanza di vigilare
costantemente sui lavori, ha anche cercato di fornire una spiegazione sul perché
si sia propagato velocemente in poche ore. La causa potrebbe essere dipesa
dalle capriate che, a differenza di oggi in metallo, in passato erano
integralmente in legno. Le travi di Notre-Dame, vecchie 800 anni, saranno state
completamente alleggerite dai tarli perdendo consistenza e pertanto sono più facili
da ardere.
Quella appena citata potrebbe essere una delle possibili
concause del disastro, ma è sufficiente a dimostrare quanto importante sia un’accurata
manutenzione (come ad esempio un adeguato trattamento antitarlo ecologico) oltre al restauro. Il crollo a Roma della volta
della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami lo scorso settembre è la prova
provata di come l’incuria riservata spesso a tanti monumenti ed edifici storici
sia un fattore determinante della loro rovina e, nei casi più gravi, della loro
completa cancellazione.