Tarli e intemperie: il mix fatale che ha portato al crollo dell’opera GOAL

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Tarli e intemperie: il mix fatale che ha portato al crollo dell’opera GOAL

Il legno, un materiale tanto nobile quanto delicato, al punto da richiedere un livello di manutenzione adeguato per conservarne integrità e bellezza. Anche al cospetto di un’opera di vasta portata, però, un monitoraggio costante è sempre auspicabile per evitarne il degrado totale. In sostanza, quello che è mancato nel corso degli ultimi decenni nei confronti dell’opera GOAL, un imponente struttura in legno sferoidale realizzata da Mario Ceroli in occasione del Mondiale di calcio del 1990 ospitato proprio nel nostro Paese.

 

Agenti atmosferici, incuria generale e tarli del legno hanno portato all’inevitabile: il crollo dell’intera struttura, avvenuta in un’assolata mattina dello scorso giugno. Trasferita dal luogo originario nel quartiere Flaminio, di fronte al Palazzetto dello Sport, la scultura era abbandonata a sé stessa ormai da anni e tenuta in stato di isolamento in quanto a rischio crollo.

 

L’opera, infatti, era alta 16 metri, per un totale di 35 tonnellate in legno di pino di Russia, tenuta insieme da saldature in acciaio zincato. Nel corso degli anni più volte si è tentato il ripristino: nel 2011 la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Roma avviò un intervento con dei tiranti metallici e nuovi rinforzi, ma tutto ciò non è bastato ad evitare l’inevitabile.

A.F.