Una specie invasiva ed estremamente distruttiva per la
vegetazione e gli ambienti in cui vive l’uomo. Dopo il nuovo coronavirus in
grado di generare una pandemia a livello globale, dal continente asiatico un
curioso parassita sta minacciando il legno di milioni di case nel mondo: la Termite Formosa, un piccolo parassita
resistente a qualsiasi trattamento antitarlo tradizionale.
Originario di Formosa (Taiwan), esso è presente in vaste aree
del pianeta come Giappone, Sud Africa, Sri Lanka, Hawaii e Sud degli Stati
Uniti, ed è capace di nidificare sia sottoterra che fuori sfruttando la
presenza di legno umido. Una singola colonia, composta da milioni di individui,
è in grado di mangiare fino a 400 grammi di legno al giorno; ma sono diversi i
materiali preferiti, tra cui carta e cartone, gesso, lamiere sottili e alberi (soprattutto
querce). Non a caso, le termiti formosa, chiamate anche super-termiti, invadono
le aree boschive vicino alle zone urbane infestate.
Oltre alla loro capacità divoratrice, un’altra particolarità di
questi minuscoli insetti è quella di percepire la presenza di pesticidi e
sostanze per loro dannose grazie alle loro antenne. Essi, infatti, sono in
grado di produrre naftalene chimico, una sostanza contenuta nei pesticidi, che
consente di scoraggiare l’attacco dei loro nemici.
Una peculiarità, quest’ultima, davvero impressionante, che ci
fa ben comprendere come un semplice intervento di disinfestazione basato sull’impiego
di sostanze chimiche non sortisce in alcun modo gli effetti sperati. Risultati che
è invece in grado di assicurare un trattamento ecologico tarli a microonde, il cui grande vantaggio è quello di non
danneggiare l’ambiente.